lunedì 7 aprile 2014

Monarchia o Repubblica


Nonostante i continui e costanti appelli del M5S e di personalità giuridiche, ancorché distanti e sospettose di questo MoVimento, prosegue temerariamente la pregiudizievole strategia di coloro che hanno dimenticato il risultato referendario del 2 giugno 1946.
La motivazione della incostituzionalità pronunciata da una Corte, in termini ordinatori, sulla ultima legge elettorale non è stata sufficientemente chiara; infatti, sia questi nominati - con a capo un extra-parlamentare palese, i suoi soci occulti e quelli resi extra-parlamentari da sentenza definitiva - sia coloro che non appaiono ma sono dominanti, noncuranti e indifferenti, continuano imperterriti a propinarci modifiche di architetture costituzionali e nuove leggi elettorali addirittura peggiorative della precedente.
Ricordiamo sommariamente a lor signori alcuni facili principi voluti e decisi dai nostri Costituenti: il Parlamento eletto è il legislatore (il decisore), il Governo esegue, fatte salve necessità e urgenza, il Presidente della Repubblica è il massimo garante della Costituzione. Siamo una Repubblica a Costituzione rigida (cfr. art. 138 Cost.). Siamo una Repubblica parlamentare, che non riconosce e ammette altre forme di Stato.
Oggi, invece, abbiamo - o si vorrebbe avere - un Parlamento di nominati che ratifica, un Governo che legifera in via esclusiva, un Presidente della Repubblica che indirizza sostanzialmente, un Senato di nominati che osserva silente.
Un ritorno strisciante, un passo dopo l’altro, verso una forma di Stato e di Governo, che i nostri Costituenti hanno voluto cancellare. In altri periodi storici l’avrebbero chiamata Restaurazione. Oggi la chiamano, a seconda dei loro bisogni, stabilità, continuità di governo, efficientazione, semplificazione, etc. etc. etc. fino alla nausea, e il tutto senza interrogare i costituenti, i veri, unici ed effettivi sovrani: i cittadini. Un nuovo ossimoro si sta costituendo: Repubblica monarchica.

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