Nonostante i
continui e costanti appelli del M5S e di personalità giuridiche, ancorché
distanti e sospettose di questo MoVimento, prosegue temerariamente la
pregiudizievole strategia di coloro che hanno dimenticato il risultato referendario
del 2 giugno 1946.
La
motivazione della incostituzionalità pronunciata da una Corte, in termini
ordinatori, sulla ultima legge elettorale non è stata sufficientemente chiara;
infatti, sia questi nominati - con a capo un extra-parlamentare palese, i suoi
soci occulti e quelli resi extra-parlamentari da sentenza definitiva - sia
coloro che non appaiono ma sono dominanti, noncuranti e indifferenti, continuano
imperterriti a propinarci modifiche di architetture costituzionali e nuove
leggi elettorali addirittura peggiorative della precedente.
Ricordiamo
sommariamente a lor signori alcuni facili principi voluti e decisi dai nostri
Costituenti: il Parlamento eletto è il legislatore (il decisore), il Governo
esegue, fatte salve necessità e urgenza, il Presidente della Repubblica è il
massimo garante della Costituzione. Siamo una Repubblica a Costituzione rigida
(cfr. art. 138 Cost.). Siamo una Repubblica parlamentare, che non riconosce e
ammette altre forme di Stato.
Oggi,
invece, abbiamo - o si vorrebbe avere - un Parlamento di nominati che ratifica,
un Governo che legifera in via esclusiva, un Presidente della Repubblica che
indirizza sostanzialmente, un Senato di nominati che osserva silente.
Un ritorno
strisciante, un passo dopo l’altro, verso una forma di Stato e di Governo, che
i nostri Costituenti hanno voluto cancellare. In altri periodi storici
l’avrebbero chiamata Restaurazione. Oggi la chiamano, a seconda dei loro
bisogni, stabilità, continuità di governo, efficientazione, semplificazione,
etc. etc. etc. fino alla nausea, e il tutto senza interrogare i costituenti, i
veri, unici ed effettivi sovrani: i cittadini. Un nuovo ossimoro si sta
costituendo: Repubblica monarchica.
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