Ci avviciniamo alle prossime consultazioni europee e il sistema si sta attrezzando meticolosamente, preventivamente e accuratamente per sbarrare la porta all’ingresso dei cittadini nelle istituzioni europee.
I media e chi ci sta dietro e dentro, quindi la quasi totalità di questa informazione collusa e collaborazionista cercherà, come da manuale, di creare e veicolare ex novo una verginità, una credibilità per un’efficiente e trasparente risoluzione definitoria ai problemi che vivono i cittadini nel contesto di questa fantastica architettura chiamata Unione europea.
Come dire che la risoluzione è nella disponibilità degli stessi che l’hanno causata e foraggiata da sempre con la loro inerzia, indifferenza e con i loro interessi particolari distanti anni luce dai bisogni e dai diritti dei cittadini.
Non è la cecità, né la poca lungimiranza che li ha mossi, ma la chirurgica consapevolezza finalizzata a completare il disegno complessivo di subalternità dei diritti dei cittadini a tutto vantaggio dei poteri forti, del mercato e delle obese e funzionali burocrazie tecnocratiche sottostanti.
I fievoli mea culpa sono solo un transitorio contentino per le menti più ingenue e compiacenti, atte a superare il guado. Non è più tempo per ritocchi, il tempo è ormai da molto scaduto e il sistema, questo sistema obbrobrioso e famelico è in mora debendi nei confronti dei cittadini, non sussiste altro rimedio che non sia quello dell’esecuzione forzata per inadempimento. La sovranità estromessa torni ha chi ne è la fonte, l’origine, torni al popolo, ai cittadini, senza l’intermediazione, senza deleghe in bianco.
I cittadini si rappresentino da soli.
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